Figlio del dio CUS, è uscito dalla pancia della madre in canoa: nonostante la difficoltà di muoversi in una città caotica come Milano sempre in canoa, fin dalla tenera età si è abituato a non separarsi mai dalla sua migliore amica. Metropolitane prese a orari impossibili per poterci salire interamente, scalinate prese in velocità per tornare a casa e fidanzate sedotte e abbandonate in riva all’Idroscalo: questa l’adolescenza del numero 23 globulare. Nonostante tali difficoltà tecniche, si appassiona al calcio. Del resto la salita e discesa da San Siro in canoa è relativamente semplice usando le rampe del secondo anello, e anche per il terzo è possibile utilizzare la salita con gli anelli. Tifoso interista marcio, inizia ad entusiasmarsi per la grande tradizione di terzini della squadra nerazzurra: da Pistone ad Angloma, da Gilberto a Macellari, il nostro Mondo sogna di notte di poter dialogare in campo, un giorno, con gente del calibro di Andrea Seno. Si capisce allora l’entusiasmo mostrato nel 2007 quando entra con grinta nel progetto Globuli, prendendosi la maglia 23 e non lasciandola più per le stagioni successive. Si toglie pure lo sfizio di far gol, e non nella propria porta. Memorabili gli svariati cross dal fondo effettuati con un colpo esterno di canoa.
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